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Parole la mattina: "Dove ci siamo persi" Interviene Giuseppe Conte

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Articolo in: - Arte e Cultura   - Associazioni  

Saronno

Associazione Paolo Maruti Onlus 07/10/2011

Parole la mattina: "Dove ci siamo persi" Interviene Giuseppe Conte  Associazione Paolo Maruti Onlus

Domenica 16 Ottobre 2011 "Dove ci siamo persi", interviene Giuseppe Conte.
L'incontro si terrà presso la Sala Conferenze del Bovindo in "villa Gianetti" (ex palazzo comunale), via Roma, 20 - Saronno

 

Giuseppe Conte è nato a Imperia nel 1945.
Si è laureato in Lettere presso l’Università Statale di Milano, ed è stato collaboratore di riviste letterarie, redattore della rivista Il Verri diretta da Luciano Anceschi, assistente universitario di Estetica a Milano con il Prof. Dorfles e di Letteratura Italiana a Torino con il Prof. Barberi Squarotti, e docente nelle Scuole Superiori.
Abbandonato l’insegnamento, si è poi dedicato a tempo pieno all’attività di scrittore.
Esordisce nel 1972 con un volume come La metafora barocca (Mursia editore), destinato a diventare un punto di riferimento costante per gli studi secenteschi, e nel 1979 in poesia con L’Ultimo aprile bianco ( Guanda, Società di Poesia), cui seguirà nel 1983 L’Oceano e il Ragazzo, uscito direttamente nei tascabili della BUR di Rizzoli, che fu salutato da Italo Calvino come un libro fondamentale nel rinnovamento della poesia italiana. In seguito, ha pubblicato altre raccolte di poesia, romanzi, saggi, libri di viaggio, libretti d’opera, testi teatrali. Il suo ultimo romanzo, Il Terzo Ufficiale, Longanesi 2002 ha vinto i premi Hemingway e Basilicata. Ha tradotto Blake, Shelley, Whitman, D. H. Lawrence, ed ha curato l’antologia La lirica d’Occidente, Guanda 1990.

È in uscita una sua nuova antologia che, prima in Italia, comprenderà anche la poesia delle maggiori tradizioni dell’Oriente (quella araba, persiana, turca, indiana, cinese, giapponese). Dal 1986, è consulente per la poesia dell’editore Guanda (Gruppo Longanesi), e dal 1984 collaboratore di diversi quotidiani, settimanali e periodici. Ha scritto come commentatore su Stampa Sera, come critico letterario sul supplemento di Repubblica “Mercurio”, e attualmente è collaboratore del Giornale e del Secolo XIX. Collabora anche a L’Avvenire, a Panorama e alla rivista Ideazione, su cui ha pubblicato il saggio “La libertà come dimensione dello spirito” nel numero 6 di Novembre-Dicembre 2000 dedicato alla “Libertà” e il saggio “Il sogno dell’Italia” nel numero 6 di Novembre- Dicembre 2001 dedicato a “Una certa idea dell”Italia”.

Insieme alle esperienze editoriali e giornalistiche, ha maturato esperienze di organizzatore e animatore culturale, promovendo manifestazioni di poesia, musica e teatro. È tra gli organizzatori di Spotorno Poesia negli anni Ottanta e, insieme a Stefano Zecchi, del Festival Mitomodernista di Alassio negli anni Novanta, manifestazioni che hanno rinnovato il modo di portare al pubblico la poesia e la letteratura fondendole con la musica e il teatro. Dalla collaborazione con l’Ariston di Walter Vacchino è nata la rappresentazione teatrale dal titolo Ungaretti fa l’amore, in cui si è cimentato anche come regista, e che dopo la prima a Sanremo è stata replicata a Merano e nell’ambito del grande Festivalletteratura di Mantova.
Ha maturato anche una esperienza televisiva,come invitato a partecipare a trasmissioni in Francia (Antenne 2), in Canada e nella Svizzera Italiana, come collaboratore fisso dell’Altra Edicola, la trasmissione culturale di RAI2 a cura di Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia, ed è stato tra gli autori e consulenti della trasmissione di poesia annualmente andata in onda su RAI1 da Sanremo tra il 1998 e il 2001; nel corso dell’anno 2001-2002 ha lavorato con un contratto di consulente-autore per una rubrica culturale inserita nella trasmissione di RAI1 Uno Mattina. Sul piano internazionale, dal 1983 inizia una attività di conferenziere e lettore di poesia in Francia, che poi si sviluppa nei seguenti paesi: Olanda, Belgio, Spagna, Svizzera, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Svezia, Grecia, Repubblica Ceca, Russia, Ucraina, Georgia, Marocco, Algeria, Sud Africa, Stati Uniti, Canada, Venezuela, Colombia, Argentina.

Definito da Le Monde “grande viaggiatore”, nel 1996 è chiamato dall’UNESCO a far parte del comitato internazionale per la fondazione del World Institute for Opera and Poetry, è invitato per lunghi soggiorni di lavoro e creazione in Francia (Saint-Nazaire, Saint-Herblain, Royaumont, Bordeaux). Nel 2002, ha svolto attività di “consulente artistico” per l’IDDAC (Institut départemental de développement artistique et culturel) di Bordeaux.
Su incarico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, come invitato al Salon du Livre di Parigi (marzo 2002) ha scritto un saggio nel volume L’Italie et la France. Régards croisés, a cura di Paola Decina Lombardi. Ha partecipato al volume collettivo Lettres à la jeunesse, Dix poètes parlent de l’espoir, edito da Librio nel 2003 insieme a nove scrittori di nove diverse nazionalità e tenuto su invito di Yves Bonnefoy una conferenza al Collège de France sulla poesia italiana del XX secolo.
Ha introdotto in Italia il maggior poeta arabo vivente, Adonis, diventandone editore e prefattore. Suoi libri sono tradotti in francese, inglese, russo, ceco, e in corso di traduzione in spagnolo.

“Ora si è persa la memoria delle tempeste
e dei fari, dei velieri e dei transatlantici,
dei naufraghi …”
(Giuseppe Conte, da Che Cos’era il mare)


“Dove ci siamo persi”
Forse dovrà essere la poesia a raccontare il reale: la società in cui viviamo si sta come liquefacendo, non sa più dove va, ha perso il senso della memoria, vive in un presente di autoreferenzialità parossistica.
Una specie di torre di Babele dove ognuno difende il suo metro di presente alla ricerca spasmodica di visibilità a pagamento.
Ma è reale tutto ciò?
Non parlano più le cose: le parole bieche dei cosiddetti “palazzi” e i vaniloqui televisivi sono la verità quotidiana.
A sospingere la barca una sorta d’impunità che ha oltrepassato la decenza.
Per investigare il presente ci resta la poesia, la necessità della parola.
La parola poetica, ovviamente: per leggere e forse dare speranza a questa stagione di sopraffazione ed emarginazione.
Sarà bello e necessario ci ha detto un grande poeta appassionato compagno di “Parole la mattina”

* “dove ci siamo persi.” – Da Giorgio Caproni.

 

 

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